Ripensamenti

Stavo scrivendo un post sul secondo nano della Repubblica, quello che ogni volta che ha bisogno di visibilità spara qualche cazzata in ordine sparso. Siccome ieri è stata lanciata la proposta per candidarlo a Sindaco di Venezia oggi con tempismo degno del miglior venditore (di aria fritta) affronta di nuovo la spinosa questione dei bamboccioni, i figli che seppur adulti non vanno via di casa, la cui perdurante dimora nella residenza dei genitori turba i sonni del nostro basso Ministro per la Pubblica Amministrazione. Tra l’altro, nel malaugurato caso fosse eletto sindaco, metterà i tornelli per l’acqua alta? Dirà che i turisti che intasano il capoluogo veneto sono tutti fannulloni? Mah…
Come da Manuale del Perfetto Populista su cui i pidiellini basano tutte le loro esternazioni, manuale redatto con le impressioni raccolte nei bar e dal barbiere, dice nella scempiaggine anche cose di buon senso oltre che completamente inutili, nel senso che se uno a trenta e pussa anni è ancora a casa da mammà è ovvio che la colpa non è sua ma di un intero sistema, quello italiano, che non permette ai più giovani di guadagnare abbastanza da potersi mantenere in maniera autonoma. A dire il vero non lo permette manco ai meno giovani, perlomeno a quelli che fanno un lavoro da dipendente e portano a casa sui mille euro al mese quando va bene, ma questo è un altro discorso.
Ci stavo scrivendo un post dicevo, salvo rendermi conto dell’inutilità dello stesso, utile solo ad aggiungere aria fritta a quella che c’è già, e lo stesso dicasi per eventuali post sul processo breve o su altre minchiate governative. Meglio sarebbe stato occuparsi delle centinaia di persone che in questo momento occupano i tetti dei propri luoghi di lavoro, e invidiarli un poco, perchè sono in tanti e sono uniti, mentre da queste parti ci si rende conto di essere da soli e senza tetti da occupare, non più bamboccione ma con problematiche simili, seppure non è dalla mamma che si dimora. Nel mentre arriva quel pensiero, di religiosa memoria, che recita “aiutati che il ciel t’aiuta” che sempre più spesso si presenta, e mi rendo conto che ho altri annunci di lavoro da spulciare, altri curriculum da inviare, altro materiale da mettere in vendita su piattaforme d’aste on line, altro materiale da acquistare. E poi, terminata la parte diciamo pratica, materiale da scrivere, quel racconto da terminare, progetti da curare, contatti da cercare e nel mezzo mantenersi attivi, di mente soprattutto e non lasciarsi andare. Lottare, alla fine, come tanti, senza tetti da occupare. E di tutto il resto, davvero, mi importa una sega.

CSI – Mi importa ‘na sega